giovedì 18 dicembre 2014

Pizza & birra a me mi piaci!


Se pensate a una cena informale tra amici che piatto vi viene in mente? Giusto! Una bella pizza. E per un italiano su tre la bevanda perfetta da abbinare alla pizza è la birra.
Gli italiani hanno una vera e propria passione per l'abbinamento pizza&birra, ce lo conferma anche una ricerca Doxa commissionata da AssoBirra che mette anche in evidenza come siano proprio le donne ad amare questo abbinamento, ben il 35% della popolazione femminile infatti lo sceglie regolarmente.
La pizza più amata è la margherita, scelta dal 45% degli italiani, un grande classico che rappresenta il nostro Paese in tutto il mondo e che è spesso abbinato a una birra media chiara.


Se fino a qualche anno fa la pizzeria era il maggior luogo di consumo, oggi, la crisi prima e una riscoperta dei sapori semplici e naturali poi, hanno portato a gustare la pizza direttamente a casa. Sempre di più single, coppie e famiglie la ordinano in pizzeria ma la mangiano a casa, in un ambiente più intimo e familiare. Stesso percorso è seguito dalla birra, che spesso è acquistata nella grande distribuzione e consumata a casa. Ma c'è anche chi, da pizzaiolo provetto, si cimenta nella produzione homemade della pizza, non accontentandosi della classica bionda, ma abbinandoci la giusta qualità di birra. 

Tanto è diffusa l'accoppiata pizza e birra, tanto sono le credenze ad esse abbinate. Si pensa infatti che  facciano gonfiare (38%), che facciano ingrassare  (32%) e oppure che siano poco digeribili (26%).
Si tratta di pregiudizi e false credenze che Assobirra sta contribuendo a sfatare grazie alle sue ricerche, facendo luce su quelle che sono le vere cause che portano a non gustare al meglio pizza e birra.
Lo sapevate, ad esempio, che la birra contiene le stesse calorie di un succo di carota? Eh si, cari miei! 100 gr di birra contengono mediamente 34 calorie, la stessa identica quantità contenuta nel succo d'arancia. Siete stupiti? Si parla spesso di pancia da birra, ma questa bevanda in realtà è più dietetica di un succo di frutta. Un bicchiere di birra chiara da 200 ml non supera le 68 calorie.

E non è corretto neanche dire che la birra gonfi. Marco Bolasco, esperto di birre, ci spiega come se versata correttamente, cioè con almeno due dita di schiuma ben compatta, la birra è più buona e non gonfia poichè c'è una minore quantità di anidride carbonica. La schiuma funziona un po' come uno schermo, un filtro naturale, che esalta il gusto amaro della bevanda e protegge dall'ossidazione mantenendo inalterata la fragranza.

Ho parlato delle caratteristiche della birra, ma anche le pizze non sono tutte uguali. Ci sono alcuni accorgimenti che rendono la pizza molto più digeribile.
Pino Arletto, maestro pizzaiolo, ci svela cinque regole fondamentali per riconoscere una pizza digeribile:
1. La lievitazione deve essere lunga, almeno 24 ore.
2. L'impasto deve essere elastico, caratteristica che si ottiene grazie all'uso di farina ad alto contenuto proteico.
3. Non eccedere con i condimenti e utilizzare poi ingredienti non troppo umidi.
4. Il segreto per ottenere la croccantezza? Una spianatura dolce e in punta di dita: attenzione alla lavorazione quindi!
5. Ultimo ma non meno importante è stare attenti alla cottura che deve durare fino all'imbrunimento. Se la si fa cuocere poco rimane umida, se si cuoce troppo si brucia e diventa secca. 


E io? Io rientro nella sfera di italiani che spesso e volentieri ordina la pizza a casa e se la gusta, accompagnandola con una bella birra fredda. Ma rientro anche nella fascia di persone che si cimenta nella produzione della pizza fatta in casa. Solo da poco però sto "imparando" a riconoscere le varie tipologie di birra e i giusti abbinamenti. Proprio per questo ho deciso di partecipare all'iniziativa di Asso Birra "Pizza&birra a me mi piaci".
Spesso però a casa nostra con l'appellativo "pizza" si indica anche la focaccia pugliese, confort-food che almeno una volta a settimana esce dal nostro forno. Ed è proprio questa la ricetta che voglio lasciarvi oggi, in versione vegetariana, con patate e zucchine.
E come birra? Con la margherita abbiniamo spesso una pils, perfetta per bilanciare mozzarella e pomodoro. Questa volta invece l'abbinamento che sembrava più azzeccato era quella di una birra luppolata, con quell'amaro che accompagna perfettamente anche gli elementi vegetali.

FOCACCIA CON PATATE E ZUCCHINE


Ingredienti:
300 g di farina (150 gr di semola e 150 di farina 0)
acqua tiepida
lievito
zucchero
sale
olio evo
1 patata grande
1 zucchina grande

Procedimento:
Su una spianatoia mischiare le farine e il sale. Sciogliere il lievito nell'acqua calda e aggiungere lo zucchero. Unire il liquido alla farina e aggiungere pian piano olio e acqua fino a raggiungere un impasto compatto. 

Mettere l'impasto a lievitare in una ciotola molto capiente. Coprirla e metterla in un posto caldo, io nel forno con la luce accesa oppure avvolta in una coperta di lana. Deve lievitare per almeno due ore. 

Con le mani unte di olio reimpastarla e stendere l'impasto direttamente in una teglia con dell'olio. 
Tagliare zucchine e patate e posizionarle in forma circolare sulla pizza.
Rimettere nel forno con la luce accesa e far lievitare nuovamente per un paio di ore. 

Cuocere nel forno statico a 200°. Cinque minuti prima che la focaccia sia pronta cospargere di parmigiano grattugiato e far dorare. Togliete dal forno e... divorate accompagnandola con una bella birra fredda. 


Se volete approfondire e avere più informazioni sull'accoppiata, sugli abbinamenti, sulla storia della birra e della ricerca in generale vi consiglio di visitare il sito www.birragustonaturale.it

lunedì 8 dicembre 2014

Pettole

Le pettole sono delle palline di pasta lievitata tipiche della tradizione natalizia pugliese. Ogni provincia le prepara in maniera diversa e in un giorno diverso. A Taranto, la mia città di origine, le pettole si cucinano rigorosamente il 22 novembre, giorno di Santa Cecilia, che coincide anche con l'inizio dei preparativi del Natale.
Io però le pettole le ho mangiate quasi sempre l'8 dicembre. La famiglia di mia madre era di origine barese e su questa tradizione era rigidissima. Le pettole si fanno l'8 dicembre, punto.
Dall'università, questa piccola tradizione pugliese ci ha seguito anche dall'altra parte dell'Italia, sia il 22 novembre che l'8. Mica si possono abbandonare così certe tradizioni, vero?
La versione che non manca mai, e che ho sempre mangiato, è quella inzuppata direttamente nello zucchero. (Ci sono mie amiche che però sostituiscono con la nutella.... de gustibus).
Altra versione è quella cosparsa di miele.
Poi ci sono le pettole con dentro l'uvetta, con le acciughe, con i cavolfiori... provincia che vai, pettola che trovi!
Vanno mangiate caldissime, appena scolate, e si possono preparare in tutto il periodo natalizio, anche come sfizioso antipasto natalizio. 

PETTOLE PUGLIESI


Ingredienti
(x 4 persone)

250 g di farina
mezzo panetto di lievito di birra
150 ml acqua tiepida
1 pizzico di sale
2 cucchiaini di zucchero per il lievito
olio per friggere

zucchero semolato bianco
uvetta a piacere
cavolfiori lessi

Procedimento:

In una ciotola porre la farina a fontana (setacciatela prima). Sciogliete il lievito di birra con poca acqua tiepida e mischiarlo alla farina. Aggiungete anche lo zucchero e cominciate a impastare.
Versate il sale nell'acqua rimanente e aggiungetela pian piano alla farina, fin quando l'impasto non sarà ben lavorabile. Se necessario aggiungere più acqua.
Ora, se volete mangiarle semplici lasciate lievitare, altrimenti aggiungete altri ingredienti (uvetta, cavolfiori, acciughe, ecc...).
Mettete l'impasto in una ciotola ampia. Lasciate lievitare l'impasto in un posto caldo (io nel forno o nella ciotola avvolta in una coperta di lana) per circa un'ora e mezza/due.
Quando l'impasto sarà raddoppiato mettete sul fuoco una pentola con dell'olio per friggere.
Prelevate con due cucchiai delle piccole palline di impasto e tuffatele nell'olio per pochissimi minuti.
Asciugate l'olio in eccesso con della carta cucina e mangiate subito!


lunedì 1 dicembre 2014

Ciambella olio di oliva e cioccolato

Un dolcino al volo, per finire in bellezza questa giornata che mi ha regalato belle emozioni, un pomeriggio di calma e pace come non succedeva da tempo, nonostante i molti impegni tralasciati. E vabbè, continueranno ad aspettare, oggi era importante dedicare un po' di spazio ad altro, a lasciare da parte stress e preoccupazioni almeno per un po'.
Ricetta semplicissima ma davvero buona, un dolce leggero senza burro e con latte di soia. La versione originale la trovate nel blog di Erika, la tana del coniglio. Io ho apportato solo qualche piccolissima modifica e tante stelline colorate.

CIAMBELLA OLIO E CIOCCOLATO 

cake with oil and chocolate

Ingredienti: 
130 gr di olio extravergine di oliva
4 uova
200 gr di zucchero a velo
140 gr di farina
40 g di cacao amaro
20 gr di latte di soia (o normale)
1 bustina di lievito per dolci
100 gr di cioccolato bianco
stelline di zucchero (o altre decorazioni)
 
Procedimento: 

Nella planetaria montate le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto liscio e di volume raddoppiato. Unite poco alla volta la farina mescolata col cacao amaro e il lievito, il latte e l'olio, mescolando delicatamente per non smontare il composto.
Spennellate di olio lo stampo e infornate aforno già caldo 180° per 40 minuti.
Lasciatela raffreddare e toglietela dallo stampo. 
Fate fondere a bagnomaria il cioccolato bianco, versatelo sulla ciambella e sunito dopo versate una pioggia di stelline colorate.

cake with oil and chocolate

cake with oil and chocolate



Con questa ricetta partecipo al contest "sfumature di gusto" di Cinzia e Fausta



domenica 30 novembre 2014

Hamburger di carote viola e patate e chips di patate vitelotte

Con la scusa del blog, di provare alimenti nuovi, colorati, non so da quanto la domenica non si mangia una lasagna classica o un semplice ragù.
Quinoa, bulgur, minestre di mais, miso, fregola, semi di chia, curcuma, chiodi di garofalo, curry, latte di cocco... Quando si apre la dispensa sembra di stare nel reparto etno del supermercato. 
E il bello è che ormai non devo nemmeno più impegnarmi a cercare qualcosa di particolare...tra messaggi e chiamate un po' tutte le persone che sanno che ho un blog mi danno suggerimenti su ingredienti particolari e presentazioni destrutturate da provare e usare.
Due mesi fa Grà è tornato a casa dal supermercato tutto pimpante sventolando una busta trasparente piena zeppa di carote viola. Chiamandomi a gran voce mi ha detto: "amò, ho trovato un ingrediente che rivoluzionerà il tuo blog... le carote viola!". Sono passati due mesi e, nonostante siano state ricomprate almeno altre 4 volte, non ho ancora pubblicato nulla colorato di viola.
Questo week end uggioso e solitario mi ha dato l'occasione per sperimentare un secondo rivisitato in viola. Si tratta del classico mix hamburger e chips, ma tutto in viola. E si, tra i vari giri ho trovato anche le patate colorate e non ho potuto resistere. Che dire, il gusto cambia leggermente. Le carote sono più dolci rispetto alle classiche arancioni, così come le patate vitelotte che sono molto profumate.
Voi le avete mai provate? Che ne pensate? Fatemi sapere!
Buona domenica!

HAMBURGER DI CAROTE VIOLA E PATATE E CHIPS DI PATATE VITELOTTE


Ingredienti 
(x 6 mini hamburger)
6 panini ai cereali
320 g di carote viola
150 g di patate a pasta gialla
220 g di farina
sale e pepe qb
350 gr di patate vitelotte
insalata mista (io radicchio, lattuga e soncino)
5 fette di provola
noci
maionese o salsa allo yogurt a piacere
olio evo

Procedimento:
Fate bollire carote e patate pulite e tagliate a pezzetti. Controllate bene la cottura delle carote viola che sono più durette rispetto alle normali. 
Scolate e fate raffreddare. Con un mixer o con uno schiacciapatate riducete in purea e otterrete un composto viola e appiccicoso. Salate e pepate. Lavorate aggiungendo farina fin quando non riuscete a formare delle polpettone. Il composto è molto appiccicoso, per lavorare le polpettone aiutatevi bagnandovi le mani. Con un coppapasta ricavate degli hamburger tutti uguali. Metteteli a cuocere. Io l'ho fatto al forno, un quarto d'ora a 200°, oppure in padella con un goccio di olio. 
Sbucciate le patate vitelotte e con una mandolina ricavate delle chips. Immergete in acqua fredda, asciugate bene e cospargete di olio e sale e mettete in forno fin quando non saranno dorate (essendo piccole ci mettono più o meno dieci minuti- un quarto d'ora).
Componete il panino con una base di insalata mista, una fetta di provola, l'hamburger viola, le noci e se volete della maionese o della salsa di yogurt. 




Con questa ricetta partecipo alla sezione secondi in viola del contest Sfumature di gusto di Cinzia e Fausta



venerdì 28 novembre 2014

Mini pie alla zucca. RE-CAKE 13

Ore 22:37. Sempre sul filo del rasoio io, non mi smentisco mai. All'ultimo minuto ma arrivo. Mi porto avanti a scrivere il post mentre le mini pie sono in forno!! E in questo momento mio marito è col cucchiaino in bocca che finisce i residui di crema.
Di che sto parlando?? Della re-cake 13, le mini pumpink pie. Il tredici è uno dei miei numeri fortunati, non potevo non partecipare! E poi volevo troppo provare il gusto di queste crostatine alla zucca. Ho persino comprato i fiori di garofano, spezia che odio ma che, obiettivamente, qui sta benissimo.

...A dolce concluso posso dirlo? Nonostante la stanchezza di oggi, sono contenta di aver provato le mini pie alla zucca. Sono semplicemente.... buonissime! Provatele!
Ho azzardato un po' con le variazioni. La frolla è fatta con metà farina di segale e metà 00. Volevo una base più rustica. Altra variazione nella decorazione. Le foglioline sono di frolla ma completate con una punta di cioccolato aromatizzato al cointreau. Anche la panna è aromatizzata con lo stesso liquore. Ero indecisa se azzardare, ma il risultato è gradevole. 

MINI PUMPKIN PIE


Ingredienti:
Base:
82 gr di farina 00
82 gr di farina di segale
40 gr di zucchero a velo
115 gr di burro
un pizzico di sale
1 tuorlo d'uovo
1 cucchiaio di panna

Ripieno:
470 gr di zucca cotta al forno
1 cucchiaino di cannella
mezzo cucchiaino di zenzero
un pizzico di chiodi di garofano macinati
mezzo cucchiano di sale
una macinata di pepe nero
2 uova e un tuorlo
120 ml di panna
185 ml di latte (io no, il composto era troppo liquido)

Decorazione:
Panna da montare
cioccolato fondente
liquore cointreau

Procedimento:
Nella planetaria unire zucchero e le due farine. Aggiungere poi il burro a temperatura ambiente. Aggiungere il tuorlo d'uovo unito al cucchiaio di panna.
Lavorare il composto fino a quando tutti gli ingredienti non siano ben amalgamati.
Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciare riposare in frigo per almeno una mezz'ora.
Stendere l'impasto e rivestire gli stampi di alluminio. Rimettere in frigo per altri trenta minuti. Ricoprire la pasta con gli appositi pesetti per non far gonfiare la pasta e infornare dieci minuti a 200°.

Cuocere la zucca in forno fino a cottura e far raffreddare. Mescolare le uova con le spezie, lo zucchero di canna e la zucca ridotta in purea.
Aggiungere la panna e mescolare fino a ottenere una crema liscia.
Riempire la frolla e rimettere in forno per venti minuti a 180°. La crema si deve rassodare. Far raffeddare e decorare.

Io ho creato con la frolla delle formine a forma di foglia. Metà di queste sono immerse con cioccolato aromatizzato al countrau. Per farlo ho sciolto dei cioccolatini al countrau e immerso le foglie.
Montare la panna...anche questa aromatizzata al countrau. Prima di montarla mettere qualche goccia di liquore con contagocce.

Notte a tutti!


lunedì 17 novembre 2014

Rotolo di spinaci, ricotta, anacardi e noci

Pioggia pioggia pioggia.
C'è la pioggerellina sottile e fastidiosa, quasi invisibile, che quando ci sei sotto non apri neppure l'ombrello per ripararti. Poi quando arrivi a destinazione ti accorgi di avere i vestiti fracidi e i capelli a microfono che neppure Mel B ai tempi d'oro delle Spice Girl.

Oppure c'è l'eccesso: quella pioggia fitta fitta, che non ti lascia vedere neppure dove stai andando, quasi dovesse venir giù anche il cielo. E ovviamente quando comincia tu non sei mai a casa al calduccio con i piedi nelle pantofole e la tazze di the bollente in mano. Eh no. Solitamente per me l'inizio del diluvio coincide sempre nel momento in cui scendo dalla metro e devo farmi quei due km a piedi per tornare a casa. Ci deve essere un allarme lassù da qualche parte che segnala il mio arrivo alla fermata: "Pronti, sta scendendo...Al mio segnale scatenate l'inferno!".

E poi mai che piovesse in quei week end quando sei chiuso in casa a studiare o da qualche parte a lavorare....scherziamo? Sempre quando hai progettato quell'uscita fuori porta... quella visita al mercatino, quel week end fuori che progetti da mesi.

Io credo che la maggior parte delle giornate importanti della mia vita siano state caratterizzate dalla pioggia. La sera in cui il mio ragazzo è venuto la prima volta a casa dai miei pioveva. Ha piovuto anche durante l'esame di stato, a entrambe le mie lauree e a quella del mio ragazzo. Pioveva anche il giorno del mio matrimonio...ma lì ho avuto lo sconto. Ha piovuto esattamente fino a un'ora prima dalla mia uscita di casa...si vede che dopo un tot di eventi bagnati qualcuno lassù si è impietosito. Eppure lì ero preparata...l'avevo previsto addirittura un anno prima. Tanto che mia madre, a furia di sentirmelo dire era pure riuscita a trovare un ombrello grandissimo dello stesso bianco del vestito da sposa. Quasi ci son rimasta male a non usarlo!

Così è successo anche questo week end. Un'uscita progettata da giorni, rimandata a causa pioggia. E allora che si fa? Si cucina, ovvio! L'unica ricetta che sono riuscita a fotografare è il rotolo di spinaci con ricotta, anacardi e noci (la ricetta a cui mi sono ispirata qui). Un modo anticonvenzionale per servire un antipasto allegro e colorato, per contrastare il grigiore della pioggia. Tagliate tante fette creando delle piccole girelle, vedrete che finiranno in pochissimo tempo!

ROTOLO DI SPINACI con RICOTTA, ANACARDI e NOCI



Ingredienti:

Per il rotolo:
230 gr di spinaci (io surgelati);
125 g di farina;
3 uova;
noce moscata,
sale e pepe
un cucchiaino di lievito

Per il ripieno:
250 gr di ricotta vaccina;
60 g di anacardi
60 gr di noci
sale, pepe,noce moscata qb

Procedimento:

Passate gli spinaci in una padella antiaderente con un goccio l'olio. Fate cuocere fino ad ottenere una consistenza asciutta. Fate raffreddare. Tritare in un mixer gli spinaci, aggiungendo poi le uova, il sale, il pepe e la noce moscata e infine la farina setacciata. Dovrete ottenere un composto spumoso. 
Versate il composto su una teglia rivestita di carta forno della grandezza di circa 33x25 cm.
Mettete in forno già caldo a 190° per circa 12-15 minuti.
Appena sfornato inumidite sotto l'acqua un canovaccio da cucina, eliminate la carta forno e piano piano arrotolate la pasta attorno al canovaccio, facendolo raffreddare in questo modo.

Preparate la farcia. Lavorate la ricotta con un cucchiaio fino ad avere una crema.
In una piccola padella fate tostare le noci e gli anacardi e riduceteli in pezzi abbastanza grossi. Amalgamateli alla ricotta, aggiungendo poi sale, pepe e noce moscata.
Sdrotolate il rotolo con delicatezza, spalmateci sopra il composto di ricotta e con estrema delicatezza richiudete il tutto.

Tagliate le estremità irregolari e servite il vostro rotolo agli spinaci tagliando delle piccole girelle da servire ai vostri ospiti.


Con questa ricetta partecipo al contest di Essenza in cucina e Caffè col cioccolato "Sfumature in gara", per la sezione Antipasti col verde.




martedì 11 novembre 2014

Crostatine salate pere e formaggi

Finito finalmente il periodo di apnea, di studio matto e disperatissimo, senza tv, senza giornali, senza blog ma con tanta tanta voglia di rifugiarmi nella cucina. Il lato positivo? L'essere coccolata dal marito, che si è occupato davvero di tutto, cucina completa.
Il piatto qui sotto è il suo, io ho fatto solo la decorazione e le foto.
Lascio qui la ricetta del "pinguino di casa", delle buonissime crostatine salate con pere caramellate e formaggi vari, l'eenesima conferma che i rimasugli del frigo possono diventare un piatto davvero buono.

CROSTATINE FORMAGGI E PERE

appetizer, finger food


Ingredienti:
Per la frolla salata:
300 g di farina 00
120 gr di burro
2 uova
sale
pepe a piacere
un cucchiaino di lievito

Per il ripieno:
(regolate voi la quantità, uguale dose di mascarpone e philadelphia e metà di gorgonzola)
gorgonzola dolce
mascarpone
formaggio morbido spalmabile, (tipo philadelphia)

Per la decorazione:
2 pere Williams
pepe nero macinato

Procedimento:
Nella planetaria inserire la farina e il burro a temperatura ambiente cominciando a mescolare. Aggiungere poi le uova, il sale e il pepe. Aggiungere un cucchiaino di lievito.
Formare la palla, appiattirla e metterla in frigo dentro un canovaccio. Lasciarla riposare per almeno mezz'ora. 
Stendere la pasta e adagiarla negli stampini imburrati. Bucherellate il fondo e mettere dentro gli appositi pesetti o dei fagioli per non far crescere l'impasto. Cuocere a 180° fino alla cottura (circa 25- 30 minuti).

Nel frattempo preparate i formaggi. Qui non indico le quantità precise perchè erano rimanenze. Philadelphia e mascarpone saranno in parti uguali, di gorgonzola calcolatene metà porzione. Mettete tutto in una ciotola e lavorate bene fino ad ottenere una crema di formaggi.Riempite una sac a poche e farcite le crostatine. 

Preparate le pere caramellate. Tagliate le pere a fettine molto sottili. In una pentola mettere insieme le pere e il loro succo e lo zucchero. Questo pian piano si scioglierà e caramellerà le pere. Sistemate la decorazione, formando delle piccole rose alternando le fettine di pera. 
Finite con lo sciroppo avanzato e una macinata di pepe nero.



giovedì 30 ottobre 2014

Mini Pie Salati alla zucca, castagne e salvia

Il tempo in questo periodo sembra andare velocissimo, tra una faccenda e l'altra passano ore e io neppure me ne accorgo. Mi sembrano passati pochi giorni dall'inizio di ottobre e invece ecco qui che un nuovo mese sta già arrivando, le foglie sono cadute ed è arrivato l'inverno. Ma quando?? Non era solo pochissimo tempo fa che indossavo canotte e magliette a maniche corte? Com'è che sono passata ai maglioncini di lana senza nemmeno tirar fuori quelli di cotone? Quando dal lenzuolino di cotone ho dovuto coprire il letto col piumone? Mi sembra di essermi persa qualcosa, un passaggio intermedio.
Saranno gli impegni di quest'ultimo periodo che mi coinvolgono troppo e rubano il mio tempo.
Ancora pochi giorni, ancora un po' di sacrifici e poi tornerò un po' più libera di prima, per cucinare e per venire a trovarvi sui vostri blog. Intanto godetevi questi mini pie, ricetta rubata dal nuovo  Magazine di ottobre di Jamie Oliver. Ho solo cambiato la forma (erano involtini). Il gusto è particolare, ma buono, molto buono. Così tanto che questi piccoli finger finiranno in un baleno e voi non ve ne sarete nemmeno accorti. Così come succede a me col mio tempo. 

MINI PIE DI ZUCCA, CASTAGNE E SALVIA

finger food autunno zucca e castagne


Ingredienti 
1kg di zucca butternut senza semi (io napoli)
1 cucchiaino di peperoncino
olio evo
1 cipolla 
4 spicchi di aglio (io due)
foglie di salvia
200 gr di castagne sottovuoto tritate (io normali)
30 gr di parmigiano grattugiato
500 gr di pasra sfoglia (io tre rotoli)
1 uovo sbattuto (io solo tuorlo)

Procedimento 
Preriscaldate il forno a 200°. Tagliate la zucca in pezzi uguali, di medie dimensioni (io ho tagliato le fette in ccinque parti). Cospargetele di olio e peperoncino e infornatele per circa 35-40 minuti, poi fate raffreddare.
Io non ho trovato le castagne sottovuoto. Ho quindi messo a bollire le castegne fresche per mezz'ora con tutta la buccia. Le ho fatte ben raffreddare e poi le ho tritate col frullatore. 
In una padella mettere l'olio e far cuocere la cipolla tritata per 10 minuti. Aggiugete poi le castagne tritate, le foglie di salvia sminuzzate e i due spicchi d'aglio, anch'essi tritati.
Frullate la zucca e unite al composto in padella anche questa. Aggiungete il parmigiano, amalgamate bene e fate raffreddare.
Stendete la sfoglia. Con una formina o con un coppapasta ricavate dei cerchi uguali. Appoggiate un cucchiaino di impasto su un cerchio usandolo come base. Spennellate i bordi con l'uovo e appoggiate sopra un altro dischetto. Fate tre tagli sul dischetto superiore per far uscire l'umidità. Spennellate tutti le vostre pie con l'uovo rimasto e infornate per 25 minuti, fin quando non saranno dorati.

martedì 21 ottobre 2014

Il Rubik che non ti aspetti... pescespada, fragole, kiwi e mango

Quando avevo circa 10-11 anni qualcuno mi regalò un cubo di Rubik. Ora quel qualcuno o non aveva in mente cosa fosse quel quadrato colorato o ha preso la prima cosa disponibile nel negozio di giocattoli non sapendo su cosa puntare (o, terza opzione, credeva che fossi un piccolo genio, ma si sbagliava).
Credo di aver passato un mese a roteare e rigirare quadrati colorati, fin quando non ho trovato il modo di smontare il maledettissimo cubo con un cacciavite, per poi non saperlo più rimontare.
Da quell'episodio ho ottenuto due certezze: il significato della parola rompicapo e la consapevolezza di essere un tantino ossessiva (ma solo poco poco eh, mica ho le spezie organizzate per sfumature di colore).
Non mi è mai più venuto in mente di provare a risolverne uno. Però qualche giorno fa ho cercato di ricrearlo per una ricetta. E lì mi è tornato in mente perchè una ossessivo-compulsiva dovrebbe stare alla larga da compiti del genere. Non è tanto tagliare pesce e frutta della stessa identica dimensione, quanto assemblare poi tutti i pezzi per creare un quadrato perfetto con tutti i pezzi combacianti e renderti conto che fragole e kiwi sono troppo maturi per poter sostenere la struttura senza inclinarsi. Una tragedia!
Sono arrivata a una conclusione: se Rubik fosse stato un foodblogger e avesse dovuto tagliare quadrati perfetti da far coincidere oggi quel maledetto rompicapo non esisterebbe.

Il gusto del piatto è molto fresco, adatto a giornate calde come quelle che ci sta regalando questo strano ottobre. Il pescespada si sposa benissimo con il dolce della frutta, si possono provare vari abbinamenti, sperimentate anche senza realizzare rompicapi.
Ci saranno un po' di scarti di frutta, approfittate e recuperate tutto con una buonissima macedonia. E a proposito di macedonia, uno spendido esempio in versione Rubik lo trovate nel blog di Monique!

RUBIK DI PESCESPADA, FRAGOLE, KIWI E MANGO


Ingredienti (2 cubi 4x4)
un trancio di pesce spada con uno spessore di 1 cm
una vaschetta di fragole
2 kiwi
1 mango
5 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di parmigiano
sale al limone
pepe
succo di un limone
foglie di menta
olio evo

Procedura
Prendete il trancio di pesce spada e battetelo con un batticarne in modo da ottenere uno spessore uniforme di circa un cm. Tagliare il pesce a cubetti uguali di circa 1 cm x 1 cm.
Mettere i cubetti di pesce in una ciotola e ungeteli con olio evo. Spostateli poi in un altro piatto in cui avrete già mischiato pangrattato, parmigiano, sale al limone e pepe, impanandoli.
Infornate i cubetti a 180° per 15 minuti, avendo cura di togliere l'eccesso di panatura per mantenere il più possibile la forma. Sfornate e fate raffreddare.

Nel frattempo tagliate a cubetti di 1 cm per lato le fragole (sarà più facile con la parte interna), i kiwi e il mango. Conditeli con pochissimo succo di limone.

Adesso assemblate il tutto. Se avete un coppapasta o una formina quadrata cercate di appoggiare i quadratini almeno in un angolo, sovrapponendo i pezzi alternandoli.I pezzi di frutta non devono essere troppo umidi altrimenti non reggeranno il peso. Nel caso abbiate messo troppo limone asciugate i quadratini.
Decorare con due foglioline di menta.

Buon appetito (e buon esaurimento!)



 Con questa ricetta partecipo al contest di Vittorio "L'appetito vien tagliando" , ovviamente per la sezione cubetti.


giovedì 9 ottobre 2014

Tradizioni di famiglia. Marmellata di more

Avete delle tradizioni particolarmente care, a cui difficilmente rinunciate? Io si. Le avevo da piccola, con i miei genitori ed erano fonte di sicurezza, quegli eventi che, cascasse il mondo, ci saranno sempre. Le famiglie cambiano, si allargano, si formano nuovi nuclei. I bambini crescono e diventano grandi e fanno le loro esperienze e creano i loro eventi speciali, che coltiveranno e porteranno avanti durante la loro vita. Anno dopo anno anche io e mio marito abbiamo creato le nostre tradizioni, quegli eventi che si ripetono ogni anno ma non sono mai uguali.
Sarà inusuale, ma una di queste per noi è la raccolta delle more di rovo. All'inizio io non ne andavo matta, diciamo la verità. Da piccola qualche volta nelle passeggiate mia nonna ne raccoglieva qualcuna ai bordi delle strade di campagna e me le faceva assaggiare. Ogni volta rideva della maniera in cui dopo averle messe in bocca strizzassi gli occhi con la faccia schifata dal gusto acidulo. Poi la prima estate passata con il mio ragazzo mi sono ritrovata davanti come dessert una torta piena di quei piccoli frutti cucinata da lui e... e non potevo dire no.
E da allora, piano piano, è stato amore, in tutti i sensi. E' iniziata decorando torte, si è trasformata in un'organizzazione a delinquere. Dalla decina di more raccolte in un fazzoletto durante le passeggiate in bicicletta del primo anno la passione è andata crescendo. La tecnica si è affinata e le quantità aumentate. Ormai abbiamo la divisa: usciamo di casa con "panari" (cestini di vimini homemade), il fondamentalissimo "cruecco" (un bastone ricurvo per avvicinare i rami più inaccessibili), vestiti peggio di due disgraziati, roba che se qualcuno ci facesse una foto in quelle condizioni potrebbe ricattarci a vita.
Ci sono state cadute rovinose nei rami spinosi, punture di insetti, inseguimenti di cani, grida di paura e risate a crepapelle. Ci manca solo il contadino che ci spara addosso beccandoci nel suo appezzamento.
La svolta nella quantità però c'è stata due anni fa, quando alla squadra si è unito il suocero, esperto conoscitore delle campagne torricellesi e provetto scalatore di rovi e muretti a secco. L'anno scorso nella foga di aiutarci ha rovesciato un cestino pieno nei rovi. Quest'anno c'ha preso gusto e si è portato a casa una cassa di fichi d'india come bonus di accompagnamento. Sta di fatto che da due anni abbiamo tanta di quella marmellata di more che potremmo mangiarla a colazione, pranzo e cena per un bel po' di tempo. E dopo tutta la fatica che facciamo direi pure, menomale!

MARMELLATA DI MORE


Ingredienti

2 kg di more
1,2 kg di zucchero
il succo di un limone
1 mela

Procedimento
Lavare velocemente le more passandole sotto l'acqua, eliminando foglie e residui. 
Prendete un grande pentolone e mettete a cuocere le more con la mela con la buccia tagliata a pezzettini e il succo di limone. Mescolate spesso, schiacciandole. 
Dopo circa un quarto d'ora aggiungete anche lo zucchero e continuate a mescolare fin quando la marmellata non comincerà ad addensarsi (nel dubbio fate la prova piattino).
Io, una volta pronta, la passo nel passaverdure con il dischetto a fori medi. A me piace sentire il semini sotto i denti quando le mangio. Se invece a voi non piace ripassate la marmellata con un dischetto a fori piccoli.
Fate bollire i vasetti di vetro e i tappi, sterilizzateli per bene e riempiteli di marmellata avendo cura di riempire bene i vasetti. Poi capovolgeteli e lasciate raffreddare per almeno un paio d'ore (io una notte).
Controllate sempre che sul tappo si sia formato il sottovuoto!!
Buona colazione e buona merenda!





martedì 30 settembre 2014

Voglia di... pomodoro

Avete presente le voglie, quelle macchie della pelle rosse o marroncine? Tantissime persone ne hanno una o più su qualche parte del corpo, gambe, braccia, piena fronte. Leggenda vuole che la loro comparsa sia legata alle voglie delle mamme in gravidanza, spesso improbabili, tipo cocomero a dicembre. La mamma insoddisfatta si toccava una parte del corpo e tatan... al bimbo veniva automaticamente una chiazza sulla parte del corpo che la mamma s'era toccata.
Si, è vero non c'è niente di scientifico. Provate però a mettetevi nei panni di un futuro papà che svegliato alle 4 di notte sente pronunciare la frase "caro, mi porti una coppa di fragole? Non vorrai mica che il nostro piccolo nasca con una enorme macchia sulla faccia, vero?". Sfido il più reticente degli uomini a non cedere alla minaccia di un figlio deturpato.
Quello che però mi fa sorridere è che, da piccola, io credevo fermamente a questa storia e chiedevo a mia madre di raccontarmi come mai io avessi quella macchia rossa rossa sulla pancia. La mia non era di fragola, di caffè, come quelle di tutti i bambini che conoscevo. No. La mia era una voglia speciale,  di pomodoro. Si, si avete capito bene, pomodoro. E nello specifico quei pomodori che si trovano a settembre, giusto per non lasciare spazio a dubbi e fraintendimenti.
Vi lascio immaginare le prese per i fondelli.... e le risate che mi faccio ora quando ripenso a come difendevo questa storia, della mia macchia rossa sulla pancia. Sta di fatto però che io i pomodori li mangerei anche a colazione. Sarà forse colpa della mia voglia?

TORTA SALATA DI POMODORI E MOZZARELLA


Ingredienti:
Per la pasta brisé:
300 gr di farina
150 gr di burro
un pizzico di sale
70 ml di acqua

Ripieno:
300 gr di pomodori ciliegino
1 mozzarella fiordilatte tagliata a dadini
basilico 
origano
1 cucchiaino di zucchero di canna
pangrattato 

Procedimento:
Preparate la pasta brisé. Mischiate farina e burro freddo con la punta delle dita, aggiungete il sale. Quando la pasta sarà simile a briciole aggiungete l'acqua, poco per volta, fino al completo assorbimento. Formare una palla, avvolgetela in una pellicola e mettetela in frigo per mezz'ora.
Passato il tempo stendetela con un po' di farina e ritagliate un disco tondo e rivestite uno stampo a cerniera. Sul fondo spargete un po' di pangrattato che aiuterà ad asssorbire l'eccesso di umidità.
Aggiungete i pomodori interi, un cucchiaino di zucchero di canna, basilico, origano, la mozzarella e un po' di sale. Io faccio scolare prima la mozzarella, in modo che non rilasci troppo liquido.
Richiudete con un disco di pasta brisé bucherellato o con delle strisce di pasta.
Infornate in forno già caldo per circa 40 minuti a 180° o comunque fin quando la torta non sarà cotta.
Fate raffreddare, decorate con tanto basilico e... buon appetito!



Con questa ricetta partecipo alla raccolta de La Scimmia Cruda:


giovedì 25 settembre 2014

Crostata con frangipane e pesche

Capita a tutti nella vita di attraversare circostanze che colpiscono in maniera particolare, delusioni che lasciano l'amaro in bocca. Non parlo di situazioni irreparabili, ma di eventi che comunque segnano e feriscono, facendo vacillare quell'equilibrio raggiunto con tanta fatica e tanto impegno.
Capita che in questi momenti di disarmonia si tirino le fila di ciò che fino a quel momento si è fatto e si è raggiunto, stilando liste infinite di colpe e responsabilità prima e aprendosi a nuovi modi di vedere le cose dopo.
Con il tempo e un po' di calma in più ciò che prima era avvolto da rabbia e negatività si trasforma in qualcosa di più positivo, si riesce a mettere una distanza da ciò che prima era inondato da collera e rancore e si lasciano emergere anche, e soprattutto, i meriti e la positività, prima soffocati sotto tutto il resto.
Io ora mi sento così, zaino in spalla pronta a ricominciare il mio viaggio. E' come se avessi vissuto troppo tempo sotto un cielo carico di nuvole e ostilità, pronto a scoppiare in una lunga tempesta a cui sembrava non esserci fine.
La fine però c'è, è l'inizio di una nuova giornata di sole, senza nubi all'orizzonte e con tanta di quella luce da poter scorgere l'orizzonte e nuove strade prima nascoste.

CROSTATA FRANGIPANE CON PESCHE


Ingredienti:
Per la frolla:
300 g di farina
150 g di burro
150 g di zucchero
2 uova
un pizzico di sale
scorza di un limone
1/2 bustina di lievito

Per la crema frangipane:
125 gr di mandorle 
125 gr di burro
125 gr di zucchero a velo
125 gr di uova sbattute (circa 2 uova)
50 gr di farina
aroma di mandorla

Per la decorazione: 
2 pesche mature

Procedimento:
In una ciotola mischiare uova, farina, zucchero, burro freddo tagliato a tocchetti, uova, scorza di limone e il lievito. Lavorate tutti gli ingredienti velocemente e con la punta delle dita per non scaldare troppo l'impasto. Formate una palla, appiattitela leggermente e mettete in frigo per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo necessario infarinate il piano di lavoro e lavorate l'impasto, fino a ricavarne un guscio per ricoprire la teglia. Mettete in forno per 15 minuti a 170°, coprendo la base con gli appositi pesetti o con i fagioli secchi.
Nel frattempo preparate la crema frangipane.
Tritate le mandorle  facendo attenzione a non trasformarle in olio. Lavorate burro e zucchero fino ad ottenere una crema omogenea e aggiungeteci le mandorle, le uova e la farina. Versate la crema sulla base di frolla. Tagliate le pesche a fette sottilissime e decorate la torta a vostro piacere.
Infornate per altri 25/30 minuti a



martedì 16 settembre 2014

Crostata fichi, rosmarino e...

Ci sono due modi con cui le persone affrontano il mese di settembre.
C'è la prima categoria che lo osanna. Per loro è il mese degli inizi, delle opportunità e dei buoni propositi, manco fossimo a gennaio. C'è l'inizio della scuola, dei progetti, del lavoro, delle zuppe, dell'autunno, degli acquisti invernali e della palestra. Le più anticipatarie a settembre cominciano a tirar fuori l'armamentario per Natale (visto con i miei occhi, giuro).
Poi c'è la seconda categoria, quella di cui faccio parte anche io. Settembre qui diventa il mese delle chiusure: arrivederci estate, vacanze, caldo, frutta estiva, bel tempo (si ok, quest'anno si è fatto desiderare), vestitini e abbronzatura. Soprattutto abbronzatura. Una "fatica" per tre mesi per raggiungere un color caramello-non-ancora-ben-caramellizzato e la prima cosa che ti dicono colleghi e amici quando ti rivedono è: <<Come sei bianca! Ma quest'anno non sei andata a mare?>> AAAAARRRGHHH. Nella prossima vita voglio rinascere mulatta.
E poi l'inizio di quel freddino fastidioso, della perenne pelle d'oca, degli acquazzoni improvvisi (diciamo che quest'estate quelli non sono mancati) e dei primi immancabili raffreddori. Etciùùù, appunto.
Le uniche eccezioni che farebbero di settembre un mese appetibile sono il mare dei primi giorni del mese, in assoluto per me il migliore dell'anno, i fichi, che diventano più dolci e l'uva. Ma siccome non abito più a Taranto, io non vedo nè mare nè fichi (eccezione fatta per le foto feisbucchiane con cosce nere su spiagge assolate e tavole imbandite). Si sarà capito che non vedo l'ora che sto mese finisca, vero?

NB: per il recake #11. Ne ho fatte due versioni. Perchè?? Perchè la prima prova (quella con i ribes) è finita distrutta sotto una teglia avvolta di carta di alluminio usata per le foto. Sono riuscita a recuperare solo due foto. Eh si, mi manca l'attrezzatura profescional, quando una improvvisa gli imprevisti capitano. Ho modificato quindi la grandezza, facendo delle crostatine, e aggiunto come ingrediente la confettura di fichi alla base, decorando con ribes nel primo caso e con lavanda nel secondo.

CROSTATA DI FICHI E ROSMARINO 


Ingredienti
Per la crostata:
112 gr di burro a temperatura ambiente
1 rosso d'uovo grande 
57 gr di zucchero
150 gr di farina
1/2 cucchiaino di sale

Per il ripieno:
8 fichi
3 cucchiai di zucchero di canna
225 gr di mascarpone
110 gr di formaggio di capra a temperatura ambiente
62 gr di yogurt greco bianco
1 cucchiaio di zucchero
37 gr di miele
rosmarino
confettura di fichi
confettura di fichi e lavanda


Per la decorazione:

Ribes
lavanda alimentare
rosmarino



Procedimento:
Preparate prima la base per la crostata. Lavorate il burro con lo zucchero fin quando non diventerà cremoso. Aggiungere pian piano la farina, avendo cura di amalgamarla bene al composto e infine il tuorlo d'uovo. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e metterla in frigo per un'ora. Stendere la pasta e metterla nelle formine da crostata. Con questa quantità me ne sono venute cinque.
Mettere i fichi tagliati a quarti in una teglia, cospargere di zucchero di canna e rosmarino e infornare sotto il grill per circa 10 minuti.
Lavorare lo zucchero con il mascarpone e il formaggio di capra a temperatura ambiente fino ad ottenere un composto cremoso, poi aggiungere lo yogurt e infine il miele, continuando sempre a mescolare bene. 
Mettere sulla base un cucchiaio di confettura e ricoprire con ciuffi di crema di formaggio nelle crostatine e decorate con i fichi. Io ho assemblato confettura di fichi verdi con fichi e ribes e marmellata di fichi neri e lavanda con fichi neri e fiori di lavanda edibile come decorazione.

Con questa ricetta partecipo al recake #11

mercoledì 10 settembre 2014

Esperimenti da food blogger. Confettura di fichi neri e lavanda

L'avevo già anticipato qualche post fa che quest'estate durante la permanenza in Puglia mi sono abbuffata di fichi come se non ci fosse un domani. E avevo anche detto che ho approfittato delle grandi quantità per fare delle confetture per gustare gli amati frutti anche nei mesi più freddi. Quello che non avevo detto è che da brava foodblogger ho fatto i miei bei esperimenti, mischiando ingredienti tradizionali, in questo caso i fichi, con altri più particolari, in questo caso la lavanda.
Devo dire la verità... all'inizio ero scettica. E lo era anche l'erborista che mi ha venduto la lavanda a uso alimentare (che quando ha saputo cosa dovevo farne mi ha detto: <<Secondo me verrà 'na cosa che saprà di profumatore per armadio>>). Ma alla fine mi sono ricreduta, mai abbinamento fu più riuscito. Il sapore della lavanda non è invadente, dà un retrogusto molto particolare che ben si sposa con in fichi. Mi ricorda la provenza, i suoi profumi e i suoi colori.
Se potete provatela, ne vale la pena!
Ps: avete visto etichette e copricoperchi? Tutto home-made (grazie marito, grazie mamma)!

CONFETTURA DI FICHI NERI E LAVANDA

marmellata di fichi e lavanda

Ingredienti:
1 kg di fichi neri
650 gr di zucchero
1 limone biologico
1 cucchiaio di lavanda non trattata (se l'avete del vostro giardino, se no la trovata in erboristeria)

Procedura:
Armatevi di pazienza e togliete la buccia a tutti i fichi (Se vi piace potete lasciarla pulendo bene i fichi con un canovaccio umido e tagliandola a pezzi piccoli).
Tagliate i fichi in quattro parti e poneteli in una pentola dai bordi alti. Fate cuocere così per una decina di minuti, amalgamando. 
Togliete dal fuoco, unite il succo e la buccia del limone, lo zucchero e continuate a far cuocere per circa quaranta minuti mescolando spesso e controllando la cottura. 
A dieci minuti/un quarto d'ora prima della fine chiudere in una garza il cucchiaio di lavanda e continuare a far bollire fino a raggiungere la consistenza voluta. Potete fare la prova piattino.
Se desiderate avere una confettura completamente senza pezzi passare il composto in un passino a fori medi. 
Lavare e sterilizzare i vasetti nel forno o facendoli bollire immersi in un pentolone d'acqua.
Travasate la confettura bollente nei vasetti e mettete a testa in giù per creare il sottovuoto. Io li ho lasciati così per una notte in un posto riparati dalla luce.
 
fichi neri